Innanzitutto, ci scusiamo per questa brusca interruzione nella scrittura del blog, ma impegni imprescindibili ci hanno fermato. Torniamo a venerdì: attracchiamo a Civitavecchia.

Ci svegliamo con un bel temporale che tamburella sulla nave e le previsioni non promettono niente di buono. La destinazione di oggi è Palermo, e mentre io non vedo l’ora di rispolverare i ricordi del mio servizio militare, Michel, mio figlio, è già scettico: dice che non gli piacerà. Vedremo chi avrà ragione!

Oggi giornata di viaggio! Dalle Baleari puntiamo dritti verso Palermo e domattina, alle 8, mettiamo piede (o ruote, nel mio caso) in Sicilia. Il porto dista 3 km dalla città, ma inutile lambiccarsi il cervello ora… domani è un altro giorno e si vedrà!

Oggi la sveglia suona alle 8:30, che per me è tardissimo! Ma d'altronde, in vacanza con noi sono venuti anche i dolori... quindi ce la prendiamo con calma.

Arriviamo in territorio spagnolo, esattamente a Barcellona. Oggi ho tutto: carrozzina elettrica carica, sole e tanta voglia di scoprire la città. Sembra tutto perfetto… fino al primo intoppo. L’autobus non porta le carrozzine dei disabili! O almeno così sembra. Scherzetto! Ci siamo sbagliati, perché a Barcellona esiste una rete di trasporto accessibile… per disabili belli (scherzo, ovviamente!).

Arriviamo nel porto di Marsiglia alle 10.30, ma la mia giornata è iniziata molto prima. Sveglia alle 7 (perché non si sa mai!) e via con la prima colazione in solitaria: stile inglese, abbondante e senza testimoni. Poi, seconda colazione in compagnia, questa volta tutta italiana.

Viaggiare è sempre un’avventura, ma questa volta ha un sapore speciale. Per la prima volta, io, mio figlio Michel e la nostra nuova compagna di viaggio, Carmela – la mia “mamma” acquisita e affettuosa nonna di Michel – ci imbarchiamo per una crociera nel Mediterraneo.

Ultimo giorno in Marocco, ed è come sempre: dormiamo fino a tardi e lasciamo il nostro nido marocchino nel primo pomeriggio. Fez ci ha conquistati, soprattutto Michel, che ha trovato amici ovunque. In particolare il ragazzo del negozio di abbigliamento sotto casa: tè alla menta a fiumi e chiacchiere fino a tarda notte. È la prima volta che Michel non vuole tornare a casa! Niente francese, ma si porta via un mini dizionario di parole marocchine.

Siamo quasi alla fine della vacanza, e il mio fisico malaticcio, supportato dalla mia inseparabile carrozza, inizia a cedere. Lo spirito d’avventura c’è, ma il corpo manda segnali chiari: “Piano!”. Nonostante tutto, ci proviamo: vediamo cosa riusciamo a combinare.

Si parte da Fès, carichi di entusiasmo e con il sole che ci accompagna. Destinazione? Moulay Yacoub (in arabo: مولاي يعقوب), una cittadina a soli 21 chilometri di distanza, famosa per le sue sorgenti termali naturali. La mia speranza? Che non ci siano barriere architettoniche a rovinare il nostro piano!

Questa mattina abbiamo avuto un risveglio… stagionale. Ieri sera siamo andati a dormire in primavera, con un bel cielo stellato. Stamattina, invece, ci siamo svegliati in inverno! Pioggia, cielo grigio, e una temperatura che sembrava dirci: “Bentornati, sciarpa e giacca!”. Tra giorno e notte c’è sempre un bel un bel balzo dai 20 ai 5/6 gradi. Non eravamo preparati. Soprattutto perché non mi sono portato una giacca.

Ebbene sì, eccoci di nuovo in viaggio, direzione Meknes, una delle quattro città imperiali del Marocco. Ma perché tutte queste città sono iscritte dall'UNESCO tra i Patrimoni dell’Umanità? Meknes è conosciuta come la Versailles del Marocco o la città dei cento minareti. Un nome che già profuma di fascino e un po’ di fatica per chi, come me, è su una carrozzina.