Ebbene sì, eccoci di nuovo in viaggio, direzione Meknes, una delle quattro città imperiali del Marocco. Ma perché tutte queste città sono iscritte dall'UNESCO tra i Patrimoni dell’Umanità? Meknes è conosciuta come la Versailles del Marocco o la città dei cento minareti. Un nome che già profuma di fascino e un po’ di fatica per chi, come me, è su una carrozzina.
Prima tappa? Ristorantino, ovviamente.
Troviamo una location carinissima e ci immergiamo nella solita, ma sempre squisita, tajine.
E qui, amici, scopriamo il mistero del couscous negato in questi giorni: il venerdì a pranzo in Marocco è sacro. Non perché è buono – quello è un dato di fatto – ma perché coincide con la Salat Joumou’ha, la grande preghiera collettiva.
Venerdì gnocchi no .. cous cous.
Passando dal sacro e profano da una riflessione culinaria a una pratica: in Marocco, trovare una toilette per disabili è come cercare una oasi nel Sahara. Ci arrangiamo, come sempre.
Meknes: città affascinante, ma un po’ impervia
Tentiamo il giro turistico della città, tra strade poco praticabili e i soliti saliscendi che mettono a dura prova le mie ruote.
Ma ogni sforzo è ripagato: entriamo in un souk, e – che sia un sogno o realtà? – ci offrono del torrone delizioso. "Ma Cremona non era l’unica patria del torrone?" mi chiedo. Scopriamo invece che questo Qubbayt è un antenato islamico del nostro mandorlato, fatto di mandorle, sesamo, miele e tanta bontà. Quando si dice "storia condivisa"!
Lasciamo Meknes e puntiamo a Infrane, soprannominata la Svizzera del Marocco. Lungo la strada, un mistero si svela: distese di sassi con sopra... qualcosa. E cosa, se non cipolle? Non chiedetemi perché
Arriviamo a Infrane, una località di montagna a oltre 1.700 metri. Internet ci aveva promesso chalet chic, giardini curati e piste da sci. La realtà? Sarà anche bella, ma noi preferiamo il caos colorato dei bazar marocchini. Diciamo che di Svizzera ne abbiamo abbastanza a casa: ci manca solo il cioccolato!
Prendiamo la direzione verso casa, Fes, dove ci accolgono strade larghe e ordinate. Un’atmosfera rilassata tra colline e foreste. Persino i controlli degli agenti marocchini sembrano più gentili oggi.
La giornata si conclude nel migliore dei modi: una doccia ristoratrice e una cena a base di carne alla griglia in un ristorantino vicino.
Gli spiedini di manzo, agnello, pollo e capra sono un classico intramontabile, e in fondo ogni viaggio si misura anche con la bontà della sua cucina.
Conclusione?
Meknes e dintorni ci hanno regalato emozioni contrastanti: bellezza, curiosità e qualche piccolo ostacolo per la carrozzina. Ma si sa, un pizzico di fatica rende ogni avventura più gustosa. Alla prossima tappa!
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